Di Rosalba
Lupo
Al Teatro
Manzoni fino al 12 Maggio in scena una commedia brillante dal titolo “DONNACCE”.
Applausi a scena aperta per questa pièce irriverente dalle battute fulminanti,
ricca di suspense e umanità. Scritta dall’autore Gianni Clementi, e vedrà sul palco Fioretta Mari, Blas Roca Rey e
Patrizia Pellegrino, per la regia di Luca
Pizzurro.
Tullia,
detta Sofia Loren, e Tindara, detta Occhibeddi sono due signore di mezza
età, che hanno dedicato gran parte della loro vita alla pratica della
professione più antica del mondo. Convivono in un appartamento della periferia
romana e la crisi ormai si fa sentire anche per loro. Il mercato è inflazionato
da rampanti ragazze dell’est, procaci sudamericane e richiestissimi trans
brasiliani ed è per loro arrivato il tempo di andare in pensione a partire da una
meritata vacanza in una località esotica.
È tarda sera. Tullia e Tindara stanno mettendo le ultime cose in valigia in attesa del taxi per l’aeroporto, quando sul balconcino dell’appartamento piomba un uomo, seminudo e decisamente su di giri, che si è calato dall’appartamento sovrastante. Il misterioso personaggio promette alle due donne una grossa cifra di danaro in cambio del loro aiuto. Da lì tutto cambierà in modo inaspettato e definitivo. Assolutamente da non perdere con un risvolto drammatico poliziesco, chi tanto vuole nulla ottiene. Bravissimi!
Il testo di
Gianni Clementi – spiega il regista Luca
Pizzurro - offre a chi lavora sulle
emozioni, come me, la possibilità di scandagliare l’animo umano in tutte le sue
contraddizioni. I personaggi –
continua - appartengono a due mondi molto
distanti, ma non per questo non convergenti. Tullia e Tindara sono creature semplici,
che hanno imparato a cavarsela sempre da sole, con i pochi mezzi che la vita ha
offerto loro. Eppure, o forse per questo, hanno imparato ad apprezzare anche le
piccole cose. L’antagonista di questa storia è invece un uomo di cui sappiamo
poco o niente, molto benestante, che indossa capi firmati, con molti scheletri
nell’armadio. Nell’incontro tra questi due mondi si crea un cortocircuito, che
porta i personaggi a scontrarsi, confrontarsi, fidarsi e tradirsi, come in una
danza, nella quale vittime e carnefici alternano i loro ruoli. La grande
comicità del testo non è mai sopra le righe. La risata scaturisce
spontaneamente, senza forzature. E sembra ricordarci, ancora una volta, che non
esiste comicità senza una buona dose di verità”.
Nessun commento:
Posta un commento