di
Rosalba Lupo
Spettacolo
superlativo, bellissimo, sopra ogni aspettativa ieri sera al Teatro
Olimpico in scena sino all'8 marzo l'opera rock ‘Shine. Pink Floyd
Moon’ firmata dal regista e coreografo Micha van Hoecke e
interpretata dai ballerini della Compagnia Daniele Cipriani accanto
all’étoile internazionale Denys Ganio.
Un ‘racconto’
transgenerazionale, un percorso musicale e non solo tra presente e
passato, nel ricordo di una leggenda che ancora resiste al tempo e
alle mode. Teatro in delirio per le musiche le luci e le danze
psichedeliche di SHINE hanno animato il palcoscenico. L'evento è
stato organizzato nell’ambito delle Giornate della Danza
dell’Accademica Filarmonica Romana, realizzate in collaborazione
con il teatro capitolino. È la musica dei Pink Floyd ad aver
ispirato questo lavoro monumentale al celebre coreografo/regista
russo-belga. Non solo queste indimenticabili canzoni senza tempo,
ponte tra rock e musica classica, sono la colonna sonora dei suoi
anni giovanili, ma si tratta di “una musica che ha un’anima e
che, nell’immaginario collettivo, è legata alla giovinezza
interiore di tutti noi”, sottolinea Micha.
Punto di partenza nella
creazione di SHINE Pink Floyd Moon è il celeberrimo brano Shine on
You Crazy Diamond in cui i quattro Pink Floyd – al secolo Roger
Waters, Nick Mason, Richard Wright e David Gilmour – rendevano
omaggio al loro compagno Syd Barrett che si era perso nelle regioni
sconosciute della “luna”, intesa come malattia mentale. In SHINE
Pink Floyd Moon, Syd è interpretato da Denys Ganio, già étoile del
Balletto di Marsiglia ed interprete dal famoso Pink Floyd Ballet di
Roland Petit, balletto cult che debuttò nel 1973, in piena epoca
pop, con la band inglese che suonava dal vivo. Un filo sottile lega
il passato al presente. Non a caso, Syd/Ganio ha un alter ego giovane
e guizzante, il ballerino Mattia Tortora, affiancato dai solisti e
corpo di ballo Compagnia Daniele Cipriani, mentre il sound
psichedelico – ipnotico, in qualche maniera astrale – e le
liriche ammalianti dei Pink Floyd sono oggi interpretate (sempre dal
vivo) dall’odierna ed acclamata band italiana Pink Floyd Legend
(direttore musicale Fabio Castaldi). Musicisti, vocalist, ballerini
intrecciano sapientemente le loro arti in palcoscenico sicché lo
spettatore ha realmente l’impressione (prendendo in prestito una
massima di Micha van Hoecke) che “il canto è una danza che si
sente e la danza è un canto che si vede”.
La simbiosi tra gli
artisti in scena è totale. A mezzo secolo dall’allunaggio
“fisico”, un sapiente gioco di luci, laser e videoproiezioni
trasforma lo spazio scenico di SHINE Pink Floyd Moon in una surreale
luna abitata da personaggi come il “doppio” di Syd, una specie di
Pierrot Lunaire, l’essere crepuscolare che catturò la fantasia di
Arnold Schoenberg. Visioni oniriche che s’incrociano per creare
mondi siderali, eppure molto vicini… forse perché dentro di noi?
In fondo, come scriveva molti secoli fa il filosofo alessandrino
Origene: “Sappi che sei un altro mondo in miniatura e hai in te
Sole e Luna e anche le Stelle.” SHINE è dunque un viaggio nel
mondo della luna interiore dell’essere umano: non solo luogo di
follia e senno smarrito, bensì simbolo della poesia, della fantasia,
della vita stessa.
“È la mia autobiografia che racconta anche la
vita di ogni uomo”, ci spiega ancora Micha van Hoecke, regista
oltreché coreografo di SHINE Pink Floyd Moon “la storia delle
nostre vite che procedono a cicli, con un movimento circolare come
quello della musica e della danza delle stelle, della rotazione della
luna: un moto scandito da un continuo processo di
nascita-morte-rinascita.” E aggiunge: “La vita non è altro che
la stoffa dei sogni di cui scriveva Shakespeare, una stoffa che viene
continuamente ordita, tramata, disfatta e ritessuta. SHINE è un
lavoro intriso di speranza, in cui la fantasia diventa l’arma per
combattere il materialismo che imperversa, il potere e le brame che
incombono oggi.” SHINE Pink Floyd Moon, con un cast complessivo di
una trentina di componenti, è prodotto da Daniele Cipriani
Entertainment s.c. e Menti Associate di Gilda Petronelli, in
coproduzione con Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi.