di
Rosalba Lupo
Si
conclude con una grande festa di numeri la Korea Week: cinque giorni
di full immersion negli usi e costumi della terra di Seoul, che hanno
registrato in tutto oltre 2.500 presenze.
Seguitissimi
i corsi di cucina, di bon ton in una tavola coreana, quelli sulla
K-beauty coreana, che include ben otto passaggi di bellezza, e la
sessione dei giochi i cui gettoni vinti hanno permesso l’accesso al
goloso buffet di prelibatezze coreane.
Per i
giochi in agenda, molto divertenti il “Jegi Chagi”, con un
oggetto da colpire più volte con la caviglia, il Tuho e Yutnori,
ossia cercare di infilare da lontano delle frecce (una volta era il
gioco dei nobili coreani) in un contenitore di legno e ancora tirare
in aria dei bastoncini di legno, al posto dei dadi: gioco tipico
delle grandi festività coreane. A via Nomentana i bastoncini erano
in tessuto.
E poi
prove di Taekwondo, con alcune tavolette di plastica da spaccare,
dietro l’occhio vigile di un esperto atleta. Dolcetti di zucchero
da ritagliare, spostare le arachidi con le bacchette da un piatto
all’altro e giochi di destrezza con sassolini.
Lunga la
fila per partecipare agli ultimi due giorni della kermesse, che hanno
offerto tutti questi divertenti giochi. La fila ha praticamente
circondato per tante ore l’edificio. Segno dell’interesse
crescente dei romani nei confronti della Repubblica della Corea del
Sud.
Un mondo, per gli italiani, ancora tutto da scoprire. Grande
soddisfazione per il direttore dell’Istituto Culturale Coreano,
Choong Suk Oh, davvero sorpreso da una simile affluenza.
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