L’imprenditrice
Nenella Impiglia esperta di
moda ci svela Chicche e Aneddoti legati
al mondo della moda. Questa settimana sul settimanale Vero
la Chicca è la
Borsa, portava le armi, oggi la borsa contiene i sogni delle donne.
B
come borsa, dal greco
byrsa, che significa cuoio,
materiale con cui veniva confezionata e
utilizzata, all'inizio per il trasporto di armi e utensili. Le prime
borse di cui abbiamo testimonianza sono raffigurate nei graffiti
rupresti preistorici, nel deserto dei Tessali in Algeria. Dall'XI al
XVI secolo la “scarsella”
rappresenta la tipologia più diffusa, usata dagli uomini e dalle
donne, appesa al collo o alla cintura.
Borsa Scarsella di fattura francese, pelle e ferro |
Nel medioevo
si utilizza l'aumòniére sarazinoise (elemosiniera saracena) per
contenere le monete destinate alle elemosine, strumento necessario
per guadagnarsi le indulgenze. Sostituita da manicotti nel 1500
e 1700 da tasche
inserite nelle ampie vesti. Solo dopo la Rivoluzione Francese,
con la moda Impero nasce
la borsa vera e propria: la “reticola”
(dal latino reticulum), per la prima volta appesa al braccio. Tra
l'Ottocento e il Novecento, con
la nascita della borghesia, questo accessorio diventa un simbolo
dell'emancipazione femminile. Rispecchia la personalità di chi la
indossa, lo status sociale, rappresenta la parte più segreta di una
donna, una casa in miniatura che infonde sicurezza.
Arriva l'emancipazione femminile |
La borsa ideale,
come un paio di scarpe, non è mai stata legata alla
necessità:riguarda i sogni, i desideri, la fuga dalla banalità.
(Pubblicato
sul settimanale Vero n. 50 – 19 dicembre 2013)
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