L’imprenditrice Nenella Impiglia esperta di moda ci svela Chicche
e Aneddoti legati al mondo della moda. Questa settimana la Chicca è la Rivoluzionaria
Storia del Basco.
B come basco, cappello di panno privo di
falde e visiera e utilizzato per la prima volta dai contadini dei Paesi Baschi, da cui
ha preso il nome. In Italia, fino al 2° dopoguerra, era comunissimo come
copricapo della
classe operaia, celebre quello indossato dal leader socialista Pietro Nenni. Nel
vestiario militare fu indossato in primis dagli Chasseurs Alpins francesi nel
1888, dai carristi
inglesi in africa, nella seconda guerra mondiale e, durante la
resistenza, dagli
antifascisti e dai partigiani italiani e francesi. La praticità, la flessibilità del materiale e l’
economicità della sua produzione hanno contribuito alla sua diffusione
nell’ambiente militare. Agli inizi del ‘900 il basco venne adottato anche dagli artisti bohémiens, come il
pittore Pablo
Picasso, diventando il simbolo del loro stile anticonvenzionale.
Nel 1920 entra in gran voga in tutta l’Europa e diventa il cappello irrinunciabile delle donne alla moda arricchito di fiori, penne, nastri. Accessorio cult negli anni ’30-’40, riprende valore nel decennio della swinging London e rilanciato da Faye Dunaway nel film Bonnie and Clyde negli anni ’70. Rimane tuttora di grande attualità, reinterpretato da vari stilisti, impreziosito da perle, pietre, borchie,
anche se il basco icona resta lo storico nero con stella rossa di Che Guevara immortalato nella foto più diffusa al mondo.
(Pubblicato sul settimanale Vero n.44- 7 novembre 2013)
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