L’imprenditrice
Nenella Impiglia
esperta di moda ci svela ogni settimana sul settimanale
VERO chicche e aneddoti di moda. Parliamo di
Bijou: per sentirsi come una Diva di
Hollywood.
B
come
bijou, termine
utilizzato per indicare un oggetto non prezioso, ma importante. Già
nell’antico Egitto
gli artigiani lavoravano abilmente il vetro, per imitare pietre
preziose come i lapislazzuli. Lo storico latino
Plinio ci
ha tramandato come distinguere una pietra autentica da una falsa e la
cognizione che l’antica Roma
era diventata nota per le sue perle di imitazione, chiamate appunto
“Perle Romane”,
di gran moda all’epoca. L’arte del
bijou
nacque nel 1700 con
la funzione di proteggere gli oggetti preziosi, custoditi in altri
luoghi.
Da semplice copia di un originale di valore, con il tempo ha
acquisito una sua vera identità. Nel 1920
si diffuse in Francia
la moda del “falso”,
realizzato con materiali non preziosi, ma di grande effetto estetico.
I veri promotori furono gli Americani,
che lo trasformarono in un settore produttivo, grazie a importanti
nomi come Eisenberg,
Wendy Gell, Boucher
o l’italo americano Gustavo Trifari,
amato da Marlene Dietrich.
Adorati dalle dive di Hollywood
gioielli falsi, molto scenografici, vennero usati per la prima volta
nel film Via col Vento
per evitare l’elevato costo dell’affitto di quelli veri.
Originalità, estro, fantasia e buona fattura rappresentano il
successo della bigiotteria: se un diamante è per sempre,
uno strass è per tutte.
Antico Egitto |
(Pubblicato
sul settimanale
Vero
n.47 - 28 novembre 2013)